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Un gruppo di ricercatori, impegnati in delle ricerche in una regione che si estende lungo il bordo meridionale dell’Amazzonia brasiliana,  ha scoperto delle nuove popolazioni di cervi della pampa (Ozotoceros bezoarticus)  a centinaia di miglia di distanza dalle segnalazioni  storiche registrate per questa specie.

La scoperta ha evidenziato la necessità di compiere ulteriori studi e ricerche più dettagliate utili a valutare lo stato di conservazione del cervo e di altre specie “rare” che potrebbero essere presenti nella medesima area. I risultati della ricerca, presentati in un articolo pubblicato recentemente sulla rivista Oryx, sono stati accolti con entusiasmo da molti zoologi in quanto questa specie  è particolarmente minacciata (NT near threatened, secondo la IUCN) principalmente a causa del depauperamento e della perdita dell’habitat dovuto alla pressione dell’agricoltura e degli allevamenti. E’ innegabile che il ritrovamento di nuove popolazioni rappresenti comunque una buona notizia ma  ciò che preoccupa i ricercatori è che il più grande di questi nuovi “nuclei” si trova in una zona conosciuta come “Arc of Deforestation”: una curva che abbraccia il margine sud-orientale della foresta  pluviale amazzonica, un’area nella quale si sta concentrando maggiormente la deforestazione. Il disboscamento si intensifica proprio per favorire l’allevamento del bestiame, l’agricoltura di sussistenza e, sempre di più, la produzione di soia per la crescente richiesta da parte dei mercati mondiali.

Il fatto che fino a poco tempo fa non sapessimo della presenza in alcune enclavi della presenza di un grande mammifero come il  cervo della pampa, suggerisce che potremmo non sapere cos’altro stiamo perdendo“, ha affermato Rahel Sollmann, uno degli autori del paper, assistant professor del Department of Wildlife, Fish and Conservation Biology  della University of California, Davis.

Gli abitanti del luogo, che vivono sul confine meridionale dell’Amazzonia, hanno descritto la situazione  ai ricercatori raccontando che la popolazione di cervi della pampa, a partire dagli anni ’70 e fino  ad oggi, si era rarefatta principalmente a seguito del forte afflusso di migranti nella regione. Questo ha rappresentato una forte pressione sulla specie in particolar modo per la perdita e frammentazione dell’habitat ma anche a causa della  caccia non regolamentata e per la diffusione di nuove malattie. La zona è stata profondamente modificata, pertanto trovare il cervo in questo contesto si è rivelato particolarmente difficile.

L’aspetto più impegnativo del lavoro sul campo è stato l’accesso ad alcune di quelle aree della savana“, ha detto l’autore principale Daniel Rocha, un dottorando in ecologia presso la University of California, Davis.

Ad esempio, abbiamo pianificato una campagna di otto giorni di trappolamento fotografico in un’enclave nella savana all’interno del Parco Nazionale di Mapinguari. Ci sono voluti la maggior parte delle nostre risorse e cinque giorni  solo per raggiungerlo. A quel punto, abbiamo concluso che era impossibile condurre un campionamento sistematico.

Tuttavia questo non ha demoralizzato gli scienziati anzi la scoperta li ha incoraggiati a continuare e a “creare consapevolezza dell’importanza di queste aree“. I ricercatori hanno percorso 70.000 chilometri quadrati – un’area delle dimensioni dell’Irlanda – per oltre 16 mesi negli stati brasiliani di Amazonas e Rondônia. Le  84 trappole fotografiche hanno catturato 23 registrazioni  di cervi della Pampa. Tuttavia, da questi risultati, non sono stati in grado di stimare la dimensione della popolazione, la densità o altri importanti parametri demografici. Lo scorso anno, nel Parco nazionale Campos Amazônicos, un vasto incendio ha interessato un’area dove era stimata la presenza di una delle più grandi popolazioni di cervo della pampa. Secondo la  Amazonian Fields Integral Protection Conservation Unit, gli incendi sono dovuti a cause naturali. Oltre agli incendi, esacerbati ed in qualche modo favoriti dai cambiamenti climatici, i cervi affrontano altre minacce che interessano il loro habitat rappresentato, quasi esclusivamente, da praterie di bassa quota. Nell’articolo gli autori evidenziano la necessita di monitorare, proteggere e gestire al meglio queste popolazioni, facendo eco alle preoccupazioni già sollevate in un altro studio del 2008. In questo veniva dimostrato come la perdita di una popolazione di cervi avesse serie ripercussioni sulla “salute” e sull’integrità delle praterie stesse. Una prateria sana rappresenta un habitat ad elevata biodiversità, che ospita uccelli (che migrano dal Nord America) ed altre specie minacciate. Perdendo l’habitat dei cervi della Pampa anche queste altre specie subirebbero delle conseguenze e potrebbero scomparire.

Susana Gonzalez, copresidente dello IUCN Deer Specialist Group descrive i risultati come “estremamente importanti“. Ritiene che ci sia ancora speranza per il recupero del cervo della Pampa. La stessa Gonzalez, in uno studio del 1998, si era occupata in prima persona di questa specie  esaminando le sequenze di DNA di 54 individui provenienti da diverse zone dell’attuale areale. I risultati dimostravano come la specie, in passato,  avesse una distribuzioni più ampia. “Se l’obiettivo della conservazione è mantenere a lungo termine stabile la popolazione dei cervi preservandone la variabilità genetica, gli sforzi di conservazione dovrebbero concentrarsi sul ripristino degli habitat idonei“. Inoltre aggiunge che i biologi della conservazione dovrebbero coinvolgere le comunità locali e i gestori della fauna selvatica “per proteggere e conservare questa vulnerabile ed emblematica specie“.

Suggerimenti che ci sentiamo di estendere a chiunque voglia approcciarsi alla conservazione di specie selvatiche per salvarle e non solo per farne manifesti di parte.

Giuliano Milana

Bibliografia:

Rocha, D., Vogliotti, A., Gräbin, D., Assunção, W., Cambraia, B., D’Amico, A., . . . Sollmann, R. (2019). New populations of pampas deer Ozotoceros bezoarticus discovered in threatened Amazonian savannah enclaves. Oryx, 53(4), 748-751. doi:10.1017/S0030605318001539

Vila, A. R., Beade, M. S. and Barrios Lamunière, D. (2008), Home range and habitat selection of pampas deer. Journal of Zoology, 276(1), 95-102. doi:10.1111/j.1469-7998.2008.00468.x

Gonzalez, S., Maldonado, J. E., Leonard, J. A., Vilà, C., Barbanti Duarte, J. M., Merino, M., . . . Wayne, R. K. (1998). Conservation genetics of endangered Pampas deer (Ozotoceros bezoarticus). Molecular ecology, 7(1), 47-56. doi:10.1046/j.1365-294x.1998.00303.x

About the author

Giuliano Milana

Naturalista, biologo ed agrotecnico laureato.
Autore di pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali ed internazionali, presidente di EPS Sardegna

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