Una popolazione di lupo himalayano, trovata nella regione indiana Trans-Himalayana, ed in passato considerata generalmente come appartenente alla sottospecie Canis lupus chanco – una sottospecie del lupo comune (Canis lupus) – potrebbe invece essere una sottospecie o addirittura una specie completamente distinta. Le nuove evidenze genetiche indicano che potrebbe trattarsi appunto di una nuova specie per cui è stato proposto da alcuni il nuovo nome di Canis himalayensis .
È originario di una piccola zona dell’India settentrionale (Jammu e Kashmir ed Himachal Pradesh) e del Nepal orientale, sui monti dell’Himalaya. Le ricerche sul DNA hanno suggerito che questo lupo potrebbe rappresentare (insieme al lupo indiano) un’antica linea di lupi rimasti isolati nel subcontinente indiano. Il lupo himalayano ha una popolazione stimata di soli 350 esemplari, ma se ne trovano anche altri 21 in zoo dell’India e del Bangladesh. Le analisi filogenetiche hanno evidenziato differenze genetiche significative e pare che il lupo himalayano si sia evoluto molto prima del comune Canis lupus e abbia diverse caratteristiche così particolari da farlo considerare forse una specie distinta.
Sicuramente la specie evidenzia adattamenti fisiologici ad ambienti di alta quota con bassi livelli di ossigeno, simili a quelli delle popolazioni tibetane o degli yak Bos mutus. I lupi himalayani hanno anche un repertorio di vocalizzazioni ed abitudini alimentari diversificate rispetto al lupo comune. Anche i branchi tendono ad essere più piccoli con un massimo di 5 individui.
Minacce alla sopravvivenza del lupo himalayano
Anche se lupo comune e lupo himalayano sono quindi due specie distinte, affrontano le stesse minacce. Uno dei problemi non è dissimile da quello che viviamo in Italia, ovvero il conflitto con le attività antropiche. L’allevamento tradizionale del bestiame è in questi luoghi un’attività di sussistenza vitale per le popolazioni locali. Pertanto, la predazione a carico del bestiame da parte del lupo inasprisce i rapporti uomo-fauna selvatica anche a causa dei costi finanziari elevati. Quindi c’è una forte ostilità con la popolazione locale nei confronti dei lupi con conseguenti atti di “difesa” o di “bracconaggio” a seconda dei punti di vista. Non dimenticando poi che alcune parti anatomiche dei lupi uccisi possono essere vendute illegalmente, e a prezzi elevati, fornendo un’ulteriore motivazione per le persone a uccidere i lupi.
Il riconoscimento formale del lupo himalayano come un taxon distinto consentirà una valutazione da parte della IUCN che ne definirà le priorità conservazionistiche. È comunque fondamentale, qui come altrove, cercare di risolvere e prevenire, per quanto possibile, il conflitto uomo-fauna selvatica. Ovviamente il riconoscimento come specie distinta, e carismatica, può sicuramente attirare maggiormente fondi utili a rimborsare le perdite di bestiame e a finanziare programmi educativi.
Giuliano Milana
Per approfondimenti:
R.I. Pocock.1935. The Races of Canis lupus. Proceedings of the Zoological Society of London
Shrotriya, S. Lyngdoh, B. Habib. 2012. Wolves in Trans-Himalayas: 165 Years of taxonomic confusion. Current science 103(38):178-189