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Lo scoiattolo grigio orientale (Sciurus carolinensis) è originario degli Stati Uniti orientali e del Canada sud-orientale ed è stato introdotto in Gran Bretagna, Irlanda, Nord America occidentale, Italia e Sudafrica.
Nel 1876 nel Regno Unito, esattamente nell’Henbury Park (Cheshire), furono deliberatamente rilasciati alcuni esemplari.  Il responsabile fu un banchiere, tale Thomas Brocklehurst. Il loro arrivo in Italia, negli anni ’70, pare sia riconducibile ad una signora genovese che, al ritorno da un viaggio in America, decise di liberarne sei esemplari nel giardino di casa.  Probabilmente entrambi non immaginavano a cosa sarebbero andati incontro, dal punto di vista conservazionistico, con il loro gesto.

Attualmente vengono classificati come una tra le 100 specie invasive (IAS Invasive Alien Species) peggiori e impattanti sulla biodiversità. Si distingue facilmente dal “nostro” scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris) per via delle dimensioni più grandi, della pelliccia grigia e per le orecchie più piccole e prive dei ciuffi. È una specie onnivora, anche se si nutre principalmente di semi, noci e frutti.  Ma, stando a delle ricerche condotte in Inghilterra, non disdegna le uova ed i pulcini degli uccelli canori, i piccoli insetti, le larve e persino giovani serpenti o piccoli roditori.  Non è semplice per questi scoiattoli catturare o uccidere uccelli adulti, come detto sono molto più propensi ad attaccare i nidi, in primis quelli che si trovano sugli alberi. Le predazioni interessano maggiormente i pulli, in particolare quelli appena nati che sono assolutamente indifesi e maggiormente vulnerabili. Si diffondono ad un ritmo incredibile una sola coppia di scoiattoli grigi, rilasciata a Loch Long in Scozia nel 1892, in meno di 25 anni ha colonizzato un’area di 300 miglia quadrate. In Italia attualmente esistono tre popolazioni isolate: una in Piemonte (Candiolo introdotta nel 1948), in forte espansione nonostante i progetti di eradicazione, una in Liguria (Genova Nervi, introdotta nel 1966) e l’ultima, ancora in Piemonte, al confine con la Lombardia (Trecate, in provincia di Novara, introdotta nel 1994). La specie si trova in diversi parchi del nord milanese (parco di Monza e del Ticino). Diffusa nel Parco del Valentino sulle rive del Po, a Torino, ha comportato la quasi totale scomparsa dello scoiattolo rosso. La specie, è presente anche in Umbria dai primi anni del 2000, risulta molto abbondante nella porzione ovest di Perugia (Monte Malbe), ma la sua presenza è segnalata anche in quasi tutta l’area urbana e peri-urbana della città, dove è riuscito a colonizzare anche diversi parchi cittadini. La presenza dello scoiattolo grigio in Umbria rappresenta, anche qui una potenziale, minaccia per la conservazione dello scoiattolo comune, e più in generale per la biodiversità forestale, in tutto il centro Italia. Infine alcuni esemplari di questa specie sono stati avvistati nel piccolo centro di Palazzo del Pero nella provincia di Arezzo al confine con l’Umbria.
Lo scoiattolo grigio è ampiamente distribuito in Inghilterra, Galles e Scozia centrale. Secondo uno studio condotto dal professor Roy Brown (Professore presso il Birbeck College di Londra) nel Regno Unito gli scoiattoli grigi sono responsabili di diversi casi di predazione a carico di numerose specie di uccelli autoctoni. Lo studio è stato commissionato dall’associazione “Songbird Survival” ed ha mostrato che gli scoiattoli grigi ed i gatti (di cui ci siamo già occupati) uccidono ogni anno qualcosa come 180 milioni di uccelli.   180 milioni su una popolazione totale stimata di 260 milioni.  Accanto ai gatti lo scoiattolo rappresenterebbe il più grande predatore di uccelli canori. Lo studio ha anche evidenziato che, nelle aree in cui gli scoiattoli sono più comuni, fino al 93% dei nidi degli uccelli può subirne la visita in cerca delle uova e dei giovani pulli. Inoltre, la competizione con gli uccelli riguarda anche i siti di nidificazione e le risorse alimentari. Se sommate agli attacchi degli sparvieri, queste attività possono comportare un totale fallimento della riproduzione con una perdita stimata di otto uccelli adulti su 10.
Nel Regno Unito gli uccelli canori sono in declino ormai da 30 anni. Precedenti studi hanno incolpato delle perdite l’uso massiccio di erbicidi e pesticidi o la rimozione delle siepi utilizzate per la nidificazione.  Il dibattito si è poi concentrato anche sul problema della predazione operata dai rapaci ma si è ampiamente trascurata quella  operata dai mammiferi. La ricerca del professor Brown si è basata sui dati provenienti da studi condotti in 115 aziende agricole distribuite nel Regno Unito che hanno riguardato un periodo che va dai 3 ai 32 anni. I risultati hanno evidenziato come l’impatto della predazione sia peggiore del previsto e come i mammiferi rappresentino tra un terzo e i tre quarti di tutte le perdite, a carico degli uccelli canori, dovute a predazione. Il professor Brown ritiene che anche la minaccia rappresentata dagli scoiattoli grigi non possa quindi essere sottovaluta.    L’impatto di questi scoiattoli alieni non si limita a questo, ben più noto è quello che sta avendo sulle popolazioni di scoiattolo rosso, al quale si sostituisce per esclusione competitiva. Lo scoiattolo grigio infatti, esibisce maggiore efficienza nell’accumulo di peso in autunno, anche sottraendo i semi immagazzinati da S. vulgaris, e di conseguenza ottiene una maggiore sopravvivenza invernale. Inoltre, potrebbe avere un ruolo importante in queste dinamiche un poxvirus, di cui gli scoiattoli grigi sono portatori sani, che è letale per la specie europea. Nella brumosa Albione pare che resista una sola colonia degli autoctoni scoiattoli rossi (Sciurus vulgaris) relegata sulle montagne scozzesi e sorvegliata a vista dagli agenti del Corpo Forestale di Sua Maestà. Infine, non si possono trascurare i danni arrecati alla componente vegetale degli habitat frequentati.
Per contenere gli effetti di questi impatti è necessario intervenire e fare qualcosa per ristabilire l’equilibrio alterato.
Le principali specie di uccelli vittime dello scoiattolo grigio in Regno Unito sono:
Merlo, Tordo bottaccio, Cinciarella, Cinciallegra, Pettirosso, Allodola, Peppola, Scricciolo, Passera scopaiola, Fringuello, Verdone, Zigolo giallo, Migliarino di palude, Strillozzo.
Per l’Italia non ci sono ancora questo tipo di dati, ci basta sapere che lo scoiattolo grigio sta rappresentando anche da noi una seria minaccia per l’autoctono scoiattolo rosso con il quale entra in competizione prevaricandolo.

Giuliano Milana

About the author

Giuliano Milana

Naturalista, biologo ed agrotecnico laureato.
Autore di pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali ed internazionali, presidente di EPS Sardegna

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